La fotovaporizzazione selettiva della prostata con laser a luce verde (PVP) è una tecnica moderna, sicura ed efficace per la cura dei disturbi urinari causati dall’ipertrofia prostatica benigna (ingrossamento della prostata). Tale metodica è indicata per quei Pazienti con disturbi urinari di grado medio o severo con prostate di dimensione inferiori ai 100 grammi circa; in particolare è raccomandata nei Pazienti che assumono farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti (es. Aspirinetta, Coumadin, Pradaxa, etc.) che non sono sospendibili.
La PVP utilizza un raggio laser con lunghezza d’onda di 532 nanometri (lunghezza d’onda corrispondente al colore verde, da cui il nome di laser verde) e questo fa si che la sua energia venga assorbita preferenzialmente dall’emoglobina, cioè la proteina di cui è costituito il sangue. La prostata è un organo molto vascolarizzato, cioè molto ricco di sangue e quindi molto ricco di emoglobina. Quando l’emoglobina assorbe l’energia del raggio laser, causa l’evaporazione del tessuto prostatico colpito. Per lo stesso motivo il raggio laser ha un elevato potere emostatico, cioè limita al massimo il sanguinamento e quindi è indicato nei Pazienti che sono ad alto rischio di sanguinamento. L’energia del laser verde è molto poco assorbita dalla capsula prostatica, cioè l’involucro che avvolge la prostata e quindi il rischio di danneggiarla durante il trattamento è estremamente basso.
La PVP viene eseguita in sala operatoria in anestesia spinale o generale in base alle caratteristiche del Paziente valutate preventivamente dal Medico Anestesista che assicurerà che la procedura sia completamente indolore. Il Paziente giunge in sala operatoria accompagnato sul suo letto e viene fatto accomodare su un lettino. Dopo l’anestesia viene messo in posizione “ginecologica”. Il Medico Urologo introduce attraverso il pene, fino in uretra prostatica, un endoscopio, cioè uno strumento poco più grosso di una penna dotato di una telecamera in punta e vuoto all’interno. Attraverso la cavità dello strumento viene introdotta la fibra laser e, attraverso la pressione di un pedale, l’Urologo attiva il laser direzionandolo sul tessuto prostatico in eccesso fino a ricreare un canale di dimensioni adeguate al facile passaggio dell’urina. La procedura dura 1-2 ore, oltre al tempo necessario per effettuare l’anestesia che è di circa 30 minuti.
Al termine della procedura viene posizionato un catetere vescicale, cioè un tubicino sottile che dal pene arriva fino in vescica, dove viene ancorato gonfiando un palloncino e serve a creare un passaggio sicuro per l’urina finché l’uretra prostatica non si sfiamma a seguito della vaporizzazione. Viene inoltre collegato al catetere un sistema di lavaggio continuo della vescica per mantenerla pulita da eventuali detriti o piccoli coaguli formatisi durante la procedura che potrebbero ostruire il catetere. A questo punto il Paziente nel caso abbia fatto un’anestesia generale viene svegliato e aiutato a riaccomodarsi sul suo letto. Generalmente il Paziente viene tenuto in osservazione all’interno di una stanza apposita della sala operatoria per circa un’ora e poi viene riaccompagnato nella sua stanza in Reparto.
Il catetere vescicale viene rimosso dopo 1-2 giorni. Dopo la rimozione del catetere si controlla che il Paziente riprenda ad urinare agevolmente e senza ristagno di urina in vescica (per valutare il ristagno si esegue un’ecografia poco dopo che il Paziente ha urinato).
Successivamente il Paziente viene dimesso e gli viene consegnata la lettera di dimissione in cui è riassunta la sua storia clinica e sono specificati nel dettaglio i trattamenti eseguiti e quali sono i futuri controlli da eseguire; sono inoltre fornite le relative impegnative.
Come ogni trattamento e atto medico anche la PVP ha delle precise indicazioni e dei potenziali rischi legati all’anestesia e al trattamento in sé che utilizza elevate energie che potrebbero danneggiare delle strutture importanti determinando complicanze anche gravi. Per tale motivo è importante che ogni Paziente discuta nel dettaglio con l’Urologo tutti i potenziali vantaggi e rischi della procedura in modo da scegliere in modo consapevole e condiviso il miglior trattamento possibile per il suo caso specifico.

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