L’orchiectomia è l’intervento chirurgico di rimozione del testicolo.

La principale indicazione è il tumore maligno del testicolo. In questo caso la procedura prende il nome di orchifuniculectomia perché prevede anche la rimozione del funicolo spermatico. L’obiettivo dell’intervento è quello di rimuovere l’organo malato, in modo da evitare che la malattia si diffonda nel corpo dando luogo a metastasi.
In altri casi, come nel tumore della prostata o della mammella maschile, si può ricorrere all’orchiectomia per limitare o azzerare la produzione di testosterone, il principale ormone prodotto dal testicolo, che potrebbe favorire il processo di crescita e diffusione di queste malattie (opzione oggi in disuso per la presenza di alternative farmacologiche efficaci e meno invasive).

Prima dell’intervento chirurgico è necessaria una particolare preparazione, che prevede:

    • raccolta della storia clinica;
    • esecuzione di esami del sangue, delle urine ed elettrocardiogramma;
    • visita anestesiologica per valutare la tipologia di anestesia più appropriata;
    • la crioconservazione del seme presso una struttura dedicata, a scopo precauzionale, legata al rischio di infertilità post-operatoria;
    • eventuali esami di stadiazione oncologica (es. TC del torace e dell’addome, dosaggio dei marcatori tumorali).

Nell’immediato preoperatorio sarà necessario eseguire:

    • depilazione e lavaggio accurato con sapone antibatterico dei genitali e dell’area inguinale;
    • digiuno completo da almeno 8 ore prima della procedura.

L’intervento di orchifuniculectomia prevede un’incisione a livello inguinale di 5-6 centimetri, attraverso la quale il chirurgo asporta per intero il testicolo malato, il funicolo spermatico annesso ed eventuali tessuti limitrofi interessati dalla malattia. Se il Paziente lo desidera, può essere posizionata una protesi testicolare all’interno della borsa scrotale. Al termine dell’intervento viene richiusa l’incisione con dei punti di sutura (solitamente in materiale riassorbibile) e viene fatta una medicazione di protezione.

L’intervento prevede 1 notte di ricovero ospedaliero per monitoraggio clinico, con dimissione nella giornata successiva all’intervento.
Tra i sintomi secondari al trattamento sono frequenti la sensazione di fastidio e/o gonfiore a livello della zona operata, disturbi che, in genere, si risolvono in pochi giorni. Nel caso di dolore, questo può essere controllato ricorrendo a farmaci antidolorifici.

Nel post-operatorio si raccomanda:

    • riposo per un paio di settimane, evitando attività fisicamente impegnative, rapporti sessuali o alzare pesi;
    • mantenere la ferita asciutta e pulita;
    • indossare indumenti intimi comodi e/o il sospensorio, per almeno un paio di settimane.

L’orchiectomia è una procedura sicura. Essendo un intervento chirurgico esiste un rischio, seppure estremamente ridotto, di complicanze. Tra queste:

    • ematomi e/o infezioni del sito chirurgico;
    • perdita di sensibilità a livello inguinale o genitale;
    • sintomi legati al calo della produzione del testosterone (calo della libido, impotenza, vampate di calore, aumento di peso, sbalzi d’umore e/o depressione, ingrandimento del seno, senso di fatica ricorrente, osteoporosi).
    • infertilità, rara nel caso in cui venga asportato un solo testicolo, inevitabile quando l’asportazione è bilaterale.
    • problematiche legate all’anestesia generale (trombosi venosa profonda, problemi respiratori e/o cardiaci, emorragie, infezioni, reazioni allergiche agli anestetici) o epidurale (danno alle strutture nervose, mal di testa ed emorragie del midollo spinale);

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