Il contributo significativo del reparto è stato evidenziato al Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia nel 1950, quando Giorgio Ravasini ha presentato i risultati positivi della cistectomia radicale, sottolineando la ridotta mortalità e le basse complicanze, affermando l’efficacia dell’intervento dal punto di vista oncologico.
I registri operatori dei primi anni del reparto di urologia dell’Ospedale Civile di Padova, intorno agli anni ’40, fornivano un affascinante spaccato delle attività chirurgiche dell’epoca. Oltre agli interventi urologici, si registrava un notevole numero di interventi di chirurgia generale, inclusi interventi di chirurgia di guerra, particolarmente durante gli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale.
Tra le pagine dei registri, emergeva una sequenza di nefrectomie per TBC, prostatectomie secondo Frayer, appendicectomie e la gestione di ferite da arma da fuoco o schegge. L’intensa attività chirurgica “di guerra” era strettamente correlata agli eventi traumatici che coinvolsero la comunità padovana, come i bombardamenti del marzo 1944, che danneggiarono la Basilica del Santo e la Chiesa degli Eremitani con gli affreschi del Mantegna.
Nonostante un avvio inizialmente travagliato, l’Urologia a Padova ha sperimentato una crescita rapida sia dal punto di vista clinico che scientifico. Negli anni ’50, il reparto ha ampliato la chirurgia urologica con interventi avanzati come la cistoprostatectomia radicale per il tumore vescicale e l’inizio della chirurgia endoscopica con la resezione endoscopica della prostata.